Plecotus alpinus: primi dati sull'utilizzo dell'habitat
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Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale, Università degli Studi dell'Insubria
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Negli ultimi anni il numero delle specie di Chirotteri note per l?Europa si è accresciuto,
grazie all?uso di tecniche di genetica molecolare, ed in particolare il genere
Plecotus è quello che ha registrato maggiori cambiamenti con la descrizione di tre
nuove specie: Plecotus kolombatovici, P. alpinus e P. sardus (Kiefer & Veith,
2001; Mucedda et al., 2002).
Alla luce di queste nuove scoperte, la distribuzione geografica e le preferenze dell?habitat
delle due specie ?storiche? di Orecchione in Europa, Plecotus auritus e
P. austriacus, dovrebbero essere riviste: in questo contesto si inserisce l?indagine
svolta nel Parco Regionale Campo dei Fiori (in provincia di Varese) sulla prima
colonia riproduttiva di Plecotus alpinus segnalata per la regione Lombardia.
Al fine di valutare le preferenze nell?uso dell?habitat e le direttrici di spostamento
preferenziali di tale specie, nonché per l?identificazione di siti di rilevanza per l?allevamento
della prole, si è fatto ricorso a tecniche di radiolocalizzazione, subordinate
alla cattura a vivo degli animali. Le catture si sono svolte nel periodo 15 giugno
? 15 agosto del 2002 e del 2003. Per ogni individuo catturato, oltre alla determinazione
di specie, sesso e classe d?età, sono stati rilevati i dati biometrici e prelevati
campioni di tessuto destinati all?analisi genetica. Sono state inoltre registrate
le emissioni ultrasonore.
Durante il primo anno di indagine sono state seguite mediante radiolocalizzazione
5 femmine adulte (4 allattanti ed una non allattante) e due femmine subadulte, mentre
durante il secondo anno sono state munite di radiocollare 6 femmine adulte (5
allattanti ed una non allattante) ed una femmina subadulta. Ai pipistrelli è stato
applicato un emettitore radio (tag modello LB-2, Holohil Systems Ltd, Ontario,
Canada). Il segnale emesso è stato ricevuto in campo mediante l?utilizzo di radio
(Wildlife Materials, Inc.) connesse ad antenne Yagi a tre elementi. Ogni animale è
stato seguito a partire dall?uscita dal roost fino al definitivo rientro all?alba del giorno
successivo, per tutto il periodo in cui il tag risultava attivo (7-10 giorni) e ne è
stata rilevata la posizione almeno ogni quindici minuti.
I dati ottenuti sono stati integrati su Sistema Informativo Territoriale (GIS)
ARC/INFO 8.2 al fine di poter procedere all?elaborazione dei dati di localizzazione
per l?analisi dei domini vitali e la definizione dei corridoi di spostamento e delle principali aree di foraggiamento.
Dai dati ottenuti è risultato che la maggior parte degli individui indagati utilizza più
di un sito di foraggiamento intorno al roost e nelle zone limitrofe del roost stesso,
oltre a prati ed a una zona umida, presenti nelle immediate vicinanze e sfruttati non
soltanto come sito di foraggiamento ma anche come punto di abbeverata.
I domini vitali e le core area risultano del tutto confrontabili in termini di grandezza
per la maggior parte degli animali radiomarcati; tuttavia, alcuni individui hanno
effettuato spostamenti dell?ordine di 5-6 chilometri dal sito di rifugio.
Per definire le caratteristiche ambientali delle zone maggiormente frequentate, è
stato utilizzato l?indice di Ivlev, considerando la classificazione delle tipologie di
copertura del suolo secondo la cartografia CORINE, livello III.