Caratterizzazione di presunte predazioni di lince (Lynx lynx) in Friuli Venezia Giulia
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Dipartimento di Scienze della Produzione Animale - Università degli Studi di Udine
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Dal 1998 al giugno del 2003 sono state registrate in Friuli Venezia Giulia 38 predazioni
attribuibili alla lince. Nel presente studio sono stati considerati solamente
23 casi, a carico di capriolo, cervo e capra attribuibili alla lince con un grado di sicurezza
Q2 (segni indiretti rilevati da personale qualificato formato attraverso corsi
specifici). Il capriolo è la specie più frequentemente predata (78% dei casi considerati
e 90% di quelli su specie selvatiche). Il 94% dei caprioli predati sono femmine,
da 1 a 4 anni. L?altitudine dei siti di predazione varia tra i 110 (Carso) ed i 1320 m
s.l.m. (Alpi Giulie) in funzione della stagione (media=814), mentre l?altitudine
media del totale delle segnalazioni (n=66) è stata di 827 m (min=105 m s.l.m.,
max=2000 m s.l.m.). Dalla valutazione necroscopica di 20 carcasse (15 caprioli, 2
cervi e 3 capre) è risultato che gli animali vengono attaccati con morsi localizzati
alla parte facciale della testa (regioni masseterina e temporo-mandibolare) e alle
regioni laterali e ventrali nella porzione craniale del collo. I morsi appaiono non
laceranti, a margini netti e i fori dei canini di diametro 5 mm e distanza 25-30 mm.
Per la valutazione del consumo della carcassa sono stati esclusi gli animali che non
presentavano alcun consumo o con evidenti segni di alimentazione da parte di
necrofagi e quelli ritrovati dopo più di 24 ore dal momento della morte. Il consumo
medio è pari a 3.2 kg (n=11; d.s.=1,1 kg), corrispondenti al 15% dell'animale
(d.s.=5%). È interessata prevalentemente la muscolatura degli arti posteriori (regione
glutea e della coscia), consumata nel 100% dei casi e in media per il 36% (d.s.=
13%) delle quote muscolari disponibili. La muscolatura della regione spalla-braccio
e quella della parte facciale della testa (mm. massetere e, solo parzialmente, pterigoideo
e digastrico) sono consumate rispettivamente nel 18% (media consumo
23%, d.s.=11%) e nel 27% dei casi (media consumo 43%, d.s.=12%). Per quanto
riguarda i visceri, alcuni organi pelvici (apparato genitale femminile e retto) sono
consumati nel 18% dei casi, gli organi addominali e toracici non sono mai interessati.
Raramente (9% dei casi) vengono consumati alcuni organi cefalici (es. lingua
ed esofago). Nel caso di predazioni attribuibili ad individui subadulti si osserva un
frequente consumo di alcuni organi pelvici tra cui in particolare il retto e l?apparato
riproduttore femminile. Eventuali feti e annessi fetali presenti non sono mai interessati. Il consumo della muscolatura cefalica e quello dei visceri pelvici sono correlati
positivamente (r=0,85), emergono inoltre relazioni negative tra il consumo
totale della regione glutea e della coscia e quello delle altre regioni anatomiche. I
dati, in particolare quelli riferiti alla modalità e quantità del consumo carneo nelle
prime 24 ore, appaiono coerenti con quelli riportati in bibliografia e ottenuti da studi
di telemetria: 3,2-3,4 kg per notte (± 1,7 kg) in funzione del sesso.