Conservazione e gestione della Lepre italica (Lepus corsicanus)
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Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Il recente riconoscimento dello status specifico della Lepre italica (Lepus corsicanus)
e l?accertamento dell?areale distributivo rappresentano le azioni più importanti
per la conservazione di un taxon endemico che si era creduto estinto. Nella penisola
la specie presenta un areale discontinuo, il cui limite settentrionale è dato dal
comune di Manciano (GR), sul versante tirrenico e da una linea che dalla provincia
de L'Aquila arriva al Gargano. In Sicilia la distribuzione è relativamente continua
anche in aree non protette. Dati genetici hanno permesso di confermare la presenza
in Corsica. Al contrario, nell?Isola d'Elba, a seguito di estese ricerche, sono stati
identificati solo esemplari di L. europaeus. Nell?Italia peninsulare L. corsicanus è
spesso presente in simpatria con popolazioni di L. europaeus, mentre in Sicilia la
lepre europea non ha originato popolazioni stabili, nonostante l?immissione di
molte migliaia di individui.
La distribuzione ecologica di L. corsicanus ed analisi ambientali specifiche, suggeriscono
l?adattamento prevalente agli ambienti a clima mediterraneo, benché essa
sia presente anche a quote elevate (> 1.500 m s.l.m.).
Dati preliminari di abbondanza relativa hanno evidenziato una situazione diversificata
tra la penisola e la Sicilia e tra aree a diverso regime di gestione; un confronto
tra le aree protette ha evidenziato rispettivamente valori di 5,54 e 11,73 ind./km².
La riduzione quali-quantitativa e la frammentazione dell?habitat delle lepri è un
fenomeno potenzialmente pericoloso per la sopravvivenza delle popolazioni, determinando
fenomeni di estinzione locale dovuti alle basse densità di popolazione,
inducendo fenomeni di erosione della variabilità genetica e di riduzione della fitness
degli individui.
L?introduzione di L. europaeus può costituire un importante fattore limitante sia per
la possibile competizione ecologica, sia per la diffusione di gravi patologie comuni.
È stata, infatti, accertata in L. corsicanus la letalità del virus dell?E.B.H.S., di
cui la Lepre europea si rivela il reservoir naturale.
La mancanza di esemplari con fenotipi intermedi tra L. corsicanus e L. europaeus e
l?assenza di introgressione di aplotipi mitocondriali tra le due specie, portano ad
escludere il rischio di ibridazione.
L?esercizio venatorio può rappresentare un reale fattore limitante per le popolazioni
di L. corsicanus (benché la specie non sia legalmente cacciabile) a causa delle difficoltà di discriminazione sul campo con L. europaeus (cacciabile).
La conservazione delle popolazioni di L. corsicanus richiede la realizzazione sul
territorio di una idonea rete coordinata di aree protette, sulla base di modelli di
vocazionalità dell?ambiente, al fine di consolidare le popolazioni esistenti e pianificare
gli interventi di reintroduzione. Altre misure prioritarie sono: il corretto inquadramento
giuridico del taxon, anche a livello internazionale, l?adeguamento dei
piani faunistici regionali e locali, il divieto di introduzione della lepre europea nell?areale
storico della lepre italica, il miglioramento della gestione venatoria delle
lepri, la realizzazione di aree faunistiche per fini di studio e di reintroduzione e
un?opera di divulgazione delle conoscenze e dell?importanza conservazionistica
della specie.