Identificazione di specie di Mammiferi prioritarie per la conservazione a livello locale: un confronto tra criteri tassonomici ed ecologici
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Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, CNR
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Servizio Pianificazione ambientale, Provincia di Roma
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Tradizionalmente, differenti approcci alla conservazione sono stati adottati in maniera indipendente l'uno dall'altro. L'attenzione dei programmi di conservazione si è incentrata alternativamente sulle specie incluse nelle liste rosse, sulle aree più ricche di specie, sui taxa con maggiore "diversità filogenetica" e, infine, su specie considerate come "indicatori" ecologici dell'integrità degli ecosistemi. Sarebbe forse auspicabile, in considerazione delle limitate risorse disponibili, giungere ad una sintesi specialmente per quanto riguarda le iniziative di conservazione a scala locale. Ciò appare particolarmente importante in Italia, in quanto le liste delle specie protette dall'Unione Europea non appaiono soddisfacenti nell'indirizzare l'attenzione verso la parte più significativa della biodiversità del nostro Paese. In assenza di dati filogenetici, abbiamo utilizzato come "surrogato" una serie di parametri derivati dalla sistematica, tassonomia e distribuzione macrogeografica dei Mammiferi dell'Italia centrale, al fine di identificare quei taxa prioritari per programmi di conservazione e monitoraggio. Abbiamo poi comparato i risultati di questa classifica "tassonomica" con una scala di sensibilità ecologica alla frammentazione ambientale, ottenuta dalla letteratura. Le due analisi concordano nell'assegnare alti valori ai Gliridi e al genere Neomys e, a seguire, al genere Sorex. Carnivori e Chirotteri ricevono valori "tassonomici" molto bassi a fronte spesso di un valore ecologico a volte considerevole, che si scontra però anche con difficoltà nel monitoraggio. Appare necessario, inoltre, valutare la sensibilità delle specie alle diverse componenti del processo di frammentazione (area, isolamento, qualità/risorse), fattori che tra l'altro ricalcano la metodologia d'individuazione delle specie focali proposta da Lambeck (1997). I dati inerenti i valori minimi dei suddetti fattori per il mantenimento della vitalità di meta-popolazioni di specie sensibili in Italia sono carenti, e ciò rallenta la definizione di iter oggettivi per l'identificazione di strategie di pianificazione (specie target) e conservazione (specie focali o specialiste sequenziali). I primi risultati sembrano indicare che è possibile conciliare almeno due dei maggiori approcci alla conservazione, focalizzando l'attenzione sia sull'unicità filogenetica di un gruppo che sull'integrità dell'ecosistema.