Linee guida per la gestione della Volpe in Italia
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Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
La plasticità ecologica della Volpe (Vulpes vulpes) fa di questa specie il Carnivoro più diffuso e più adattabile al mondo. Proprio per la sua diffusione la Volpe è oggetto di un intenso prelievo sia venatorio, sia finalizzato a contenerne l'impatto predatorio ed allo sfruttamento commerciale della pelliccia. In Italia esiste una forte pressione dei cacciatori perché si realizzino programmi di controllo delle popolazioni di questo predatore, al fine di ridurne l'impatto sulle specie d'interesse cinegetico. Gli effetti del contenimento della Volpe sulla dinamica delle popolazioni di specie preda sono stati oggetto di numerosi studi, ma i risultati di tali ricerche non sono univoci; se in alcuni casi si è infatti verificato, in seguito a decrementi delle popolazioni di Volpe, un incremento di consistenza e successo riproduttivo delle specie preda, in altri casi non si è registrato alcun significativo effetto demografico. Ancora meno chiaro è quale sia la soglia di contrazione delle popolazioni di Volpe necessaria per ottenere un effetto significativo sulle popolazioni delle specie preda, considerato che questo Carnivoro ha un potenziale riproduttivo elevato ed un'organizzazione sociale che determina la rapida rioccupazione dei territori lasciati liberi. La legislazione italiana in materia di controllo è, rispetto ad altri paesi europei ed extraeuropei, particolarmente rigida: la legge n. 157/92 identifica infatti un obiettivo generale di mantenimento delle popolazioni dei predatori a livelli adeguati ad assicurare una funzione regolatrice delle biocenosi. La stessa norma impone inoltre che ogni intervento di abbattimento di predatori finalizzato al contenimento dei danni da essi arrecati sia autorizzato dalla Regione o dalla Provincia competente, sulla base di un parere tecnico dell'INFS che è chiamato a verificare l'inapplicabilità di metodi incruenti di prevenzione dei danni, la selettività delle tecniche di abbattimento e la correttezza tecnica del piano di prelievo proposto. Inoltre, la legge prescrive che gli interventi di contenimento debbano essere direttamente realizzati - o coordinati - da personale delle Amministrazioni provinciali, la cui operatività è spesso limitata dalla carenza degli organici. La situazione normativa e gestionale che caratterizza il nostro Paese determina tassi di prelievo sulle popolazioni di Volpe generalmente molto limitati, assolutamente inadeguati al raggiungimento, su ampia scala geografica, di significativi effetti demografici sulle popolazioni di specie preda d'interesse venatorio. In tale contesto l'INFS ritiene che la programmazione di azioni di controllo della Volpe debba prevedere: 1) la definizione di obiettivi chiari e coerenti con l'attuale quadro normativo, misurabili e realizzabili; 2) l'applicazione di misure incruente di contenimento del danno (in particolare la sospensione dei ripopolamenti con selvaggina allevata); 3) l'utilizzo di metodi di prelievo selettivi e che minimizzino gli effetti indesiderati; 4) la selezione delle aree di intervento sulla base della reale capacità operativa e delle finalità dei diversi istituti territoriali 5) la costante verifica dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi, in modo da permettere una periodica revisione dei programmi operativi attraverso un approccio costantemente adattativo.