Modelli di valutazione ambientale per i Bovidi (Capra ibex, Rupicapra rupicapra) e i Cervidi (Capreolus capreolus, Cervus elaphus) nel Parco Nazionale del Gran Paradiso
More details
Hide details
1
Dipartimento di Biologia Animale, Università di Pavia
2
Osservatorio faunistico Regione Piemonte
3
Parco Nazionale Gran Paradiso
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
La conservazione delle popolazioni di stambecco ha grande rilevanza a livello italiano
ed europeo, a causa della distribuzione concentrata in poche aree, mentre le
consistenti popolazioni di camoscio hanno importanza economica e gestionale.
L?espansione dell?areale di distribuzione dei cervidi in territorio alpino, è un fenomeno
ormai consolidato e legato all?abbandono dei territori collinari e montani ma
anche alle reintroduzioni e alle azioni di tutela nei confronti delle specie. I modelli
d?idoneità ambientale rappresentano un efficace strumento per il confronto a livello
qualitativo (numero di specie) e quantitativo (abbondanza delle popolazioni) tra
l?attuale popolamento faunistico dei territori alpini e la loro situazione potenziale.
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso si estende per oltre 700 km² sul territorio di
Piemonte e di Valle d?Aosta; gli affioramenti rocciosi ne occupano il 37.0%, la
vegetazione rada il 20.1% e le praterie sommitali e le brughiere il 17.3%. L?analisi
ambientale del Parco è stata effettuata mediante Arcview 3.2 per Windows misurando
il valore di 20 variabili ambientali (Corine Land Cover III Liv.), 27 fisiche
(DTM) e 17 di complessità paesaggistica in 2925 Unità Campione di 0,5 km di lato.
Per la formulazione dei modelli relativi alla distribuzione (presenza/assenza) dello
stambecco sono stati utilizzati i dati dei censimenti (1999) effettuati nel Parco; per
il camoscio ed il capriolo sono stati utilizzati i dati rilevati nelle province di Vercelli
e Biella (1997) e in quella di Verbania (1999), mentre per il cervo sono stati utilizzati
quelli relativi alla sola provincia di Verbania (1999). I modelli sono stati formulati
mediante Analisi di Funzione Discriminante (Magnusson, 1983; Massolo &
Meriggi, 1995) e Analisi di Regressione Logistica (Norusis, 1994). Per lo stambecco
i dati sono stati suddivisi in due sets, di cui uno utilizzato per la formulazione del
modello e l?altro per la sua validazione. Mediante un test del chi-quadrato sono state
confrontate le percentuali di casi classificati nei due sets. Per le altre specie i modelli formulati sono stati applicati al territorio del parco e la validità dei modelli è stata
valutata dalla percentuale di casi originali riclassificati correttamente. Per i bovidi
il modello a maggior capacità predittiva è stato quello discriminante (classificazioni
corrette: 73.0% per stambecco e 82.8% per camoscio). La non significatività del
test Χ² (P=0.470) indica che non esistono differenze significative tra la distribuzione
reale dello stambecco e quella ottenuta dal modello. L'81.1% del territorio del
Parco è idoneo al camoscio alpino e l'area vocata include il 93.6% del territorio
realmente occupato dalla specie. Per il capriolo il modello logistico è stato quello a
maggior capacità predittiva (88.1% dei casi originali classificati correttamente),
individuando il 50.7% del territorio realmente occupato dalla specie. Anche per il
cervo quello logistico è preferibile per la maggiore percentuale di casi totali classificati
correttamente (AFD: 74.9%; ARL: 76.0%).