Selezione invernale dell'habitat e densità del cervo (Cervus elaphus) e del capriolo (Capreolus capreolus) nel Parco Nazionale d'Abruzzo
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Servizio Scientifico Parco Nazionale d"Abruzzo, Lazio e Molise
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Nel Parco Nazionale d'Abruzzo è stata studiata la selezione dell'habitat invernale
di cervo e capriolo da aprile a maggio del 2000 e del 2002, in un'area caratterizzata
da boschi di faggio, rimboschimenti a pino nero e pascoli. È stata utilizzata la
tecnica del pellet group count, su transetti lineari larghi 2 metri, individuati ogni 100
m di quota, lungo le isoipse da 1350 a 1950 m s.l.m. Sono stati percorsi 61 km ed
è stata campionata un'area di 12 ha. Per ogni gruppo di escrementi (1583 per il
cervo e 946 per il capriolo) sono state rilevate l'altitudine, la pendenza, l'esposizione
e il tipo di vegetazione. È stato assunto che tutti gli habitat fossero ugualmente
disponibili ed accessibili e che le disponibilita fossero conosciute (Alldredge
et al., 1998). I dati raccolti sono stati elaborati applicando il test del Χ², la statistica
di Bonferroni (Neu et al., 1974) e l'indice Jacobs (Jacobs, 1974). Il cervo ha selezionato
aree comprese tra 1300 e 1500 m s.l.m. (p<0.01), un range altimetrico più
ristretto rispetto al capriolo che seleziona anche le quote piu elevate, comprese cioè
tra 1300 e 1700 m s.l.m. (p<0.01). Entrambi i cervidi selezionano le zone più scoscese
(21°-60°) (p<0.01): Il cervo seleziona le classi d'esposizione comprese tra
sud-est ed ovest (p<0.01), mentre il capriolo i versanti sud-ovest e ovest (p<0.01).
Entrambe le specie preferiscono ambienti di transizione ed evitano le zone di bosco
maturo ed i pascoli d'alta quota (p<0.01). Utilizzando il tasso di defecazione è stata
calcolata la densità delle due specie (Mayle, 1999) che è risultata di 2.7 cervi/100
ha e 1.0 caprioli/100 ha. Le due specie selezionano le stesse risorse, suggerendo,
così come riscontrato da altri autori (Welch, 1989), una convergenza per quanto
riguarda l'uso invernale dell'habitat. La scelta d'aree poste a quote medio-basse, di
zone scoscese e di versanti meridionali potrebbe essere legata alla minore altezza e
persistenza del manto nevoso (Mysterud et al., 1997). La scelta di aree ecotonali e
zone di bosco con soprassuolo forestale articolato potrebbe essere messo in relazione
sia al più elevato valore trofico di questi habitat, sia alla maggiore disponibilità
di siti di riparo. I risultati trovano riscontro in uno studio analogo condotto nel
Parco Naturale Adamello-Brenta (Pedrotti & Mustoni, 1994) e rappresentano il
primo contributo alla conoscenza di queste due popolazioni all'interno del Parco a
30 anni dalla loro reintroduzione.