Struttura e dinamica di popolazione del Capriolo (Capreolus capreolus) nella Riserva Naturale Bosco di Vanzago
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Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
La ricerca effettuata sulla popolazione di Capriolo (Capreolus capreolus) nella
Riserva Naturale Bosco di Vanzago aveva lo scopo di approfondire le conoscenze
sulla struttura e sulla dinamica di una popolazione d'ambiente planiziale che vive
in condizioni del tutto peculiari: origine da un numero limitato di fondatori, isolamento,
assenza di predatori naturali, elevata densità.
Dal 1984 la popolazione è stata monitorata mediante censimenti in battuta e da
punti di vantaggio, dai quali è stata ricavata una stima della dimensione della stessa
pari a 54 individui nel 2003. La struttura di popolazione ed i parametri demografici
sono stati rilevati dal 1994 anche mediante osservazioni dirette, effettuate
percorrendo settimanalmente un tracciato standard finalizzato a coprire l'intera area
di studio. La popolazione è risultata significativamente sbilanciata a favore delle
femmine con una sex-ratio, nell'ultimo biennio, pari a 1,4 (Χ² = 49,36; g.l. = 1; P <
0,0001). La classe d'età degli adulti (maggiori di 2 anni) è stata la più rappresentata
(50,2%), mentre quella dei giovani la meno numerosa (23,6%). Per stimare l'andamento
della popolazione nel tempo, sono stati elaborati i parametri demografici
per effettuare delle simulazioni di vitalità (PVA) utilizzando il software Vortex 8.21.
Nonostante l'elevata densità di caprioli all'interno dell'area di studio, sia in assenza
sia in presenza di depressione da inbreeding e considerando la riproduzione indipendente
dalla densità, la popolazione nei successivi 30 anni non andrebbe incontro
ad una diminuzione significativa del numero né della probabilità di sopravvivenza
che, in entrambi i casi, si manterrebbe attorno al 99%. Nel caso in cui esistesse,
invece, una correlazione tra successo riproduttivo e densità, si assisterebbe
ad un sensibile decremento sia nei livelli di popolazione (inferiore alle cinque unità
dopo trent'anni) sia nella probabilità di sopravvivenza (ridotta al 20% dopo trent'anni).
La dimensione della popolazione, se considerata al di sotto della capacità
portante dell'ambiente, non subirebbe una diminuzione significativa (da 47 individui
a 43; E.S.=0,46), che si manifesterebbe, invece, nel caso in cui la stessa avesse
già raggiunto la capacità portante (da 47 a 16; E.S.=0,30). In entrambi i casi, la probabilità
di sopravvivenza si manterrebbe piuttosto elevata nei prossimi 30 anni
(superiore al 90%). Simulando gli effetti di diverse opzioni gestionali sull'andamento
della popolazione, risulta migliore la strategia che prevede interventi di immissione parallelamente a operazioni di prelievo (preferibilmente da effettuarsi a
scadenza triennale), finalizzati rispettivamente ad evitare l?inbreeding e al mantenimento
del numero di individui al di sotto di valori troppo elevati.