Variabilità craniometrica in alcune popolazioni italiane di Capriolo
More details
Hide details
1
Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica A. Ghigi
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
Il Capriolo Capreolus capreolus ha nel suo areale una considerevole variabilità
morfologica tanto che, in passato, sono state descritte più di 12 sottospecie diverse
in base alla sola variazione fenotipica. Festa (1925) ha descritto per l?Italia la sottospecie
C. c. italicus, basandosi sul colore della pelliccia e sulle dimensioni del
cranio di 7 esemplari provenienti dalla Tenuta di Castelporziano ed ha differenziato
in tal modo il capriolo dell?Italia centrale da quello delle Alpi orientali.
Recentemente, studi di tipo genetico hanno rivelato l?esistenza di 2 gruppi, l?uno
che include i caprioli dell?arco alpino, affini alle popolazioni dell?Europa centrosettentrionale,
e l?altro che include le popolazioni dell?Italia centro-meridionale,
con le popolazioni ?storiche? di Castelporziano, Monti dell?Orsomarso e PN del
Gargano, insieme a quelle della Maremma grossetana e di alcune aree meridionali
della provincia di Siena. Lo scopo del presente lavoro è studiare la variabilità craniometrica
tra le popolazioni di capriolo dell?arco alpino orientale, dell?Appennino
toscano, e dell?area geografica comprendente la Maremma toscana e
Castelporziano. Così i dati storici e genetici degli studi attualmente disponibili possono
essere confrontati ed integrati anche con dati di tipo morfologico. La determinazione
di un?unità tassonomica endemica gioca un ruolo importante nella pianificazione
d?adeguate strategie di conservazione. Sono state rilevate 43 misure su di
un campione di 50 crani completi di maschi adulti (> 2 anni) mediante un calibro
manuale. L?analisi della varianza condotta sui 3 gruppi indicati, ha rivelato differenze
significative (p<0,01) in 29 misure. Risultano non significative le misure riferibili
alla larghezza ed altezza del cranio e all?altezza della mandibola. Queste variabili
sono state escluse dalle successive analisi. L?analisi delle componenti principali
(PCA) ha estratto 2 componenti dalla matrice di correlazione dei dati trasformati
in grado di spiegare il 72.9% della varianza totale del campione. La maggior parte
dei caratteri relativi a PC1 (67,8%) sono correlati positivamente con le misure di
lunghezza del cranio. L?analisi discriminante ?stepwise? è stata utilizzata per valutare
il grado di separazione tra gruppi ed è stata condotta sui punteggi delle prime
12 componenti principali, ossia quelle che erano in grado di spiegare il 95% della
varianza totale. Soltanto 5 di queste ultime (1, 3, 8, 6, 4) sono entrate nel modello finale, consentendo il 100% di corretta classificazione dei campioni di
Castelporziano e della Maremma toscana. Per ovviare al peso esercitato dal fattore
dimensionale, si è condotta un?analisi analoga sui dati trasformati in rapporti con la
lunghezza condilo-basale. L?analisi della varianza ha rivelato differenze significative
(p<0,01) in 11 misure, tutte relative alla larghezza e all?altezza del cranio. Le due
componenti calcolate tramite PCA spiegano solo il 53,5% della varianza complessiva
(PC1=39,89 e PC2= 13,64), ma il modello costruito con l?AD consente ugualmente
di classificare correttamente il 100% dei campioni provenienti da
Castelporziano e dalla Maremma toscana.