Vocazione ambientale del territorio per la specie Capriolo. Confronto ed integrazione tra due metodi di valutazione
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Osservatorio Faunistico Regione Umbria
Publication date: 2003-10-31
Hystrix It. J. Mamm. 2003;14(IV ATIt Congress Supplement)
ABSTRACT
L?elaborazione dei modelli di vocazione ambientale per le specie di fauna selvatica
si basa sulla valutazione dell?influenza di un set di variabili ambientali sulla presenza
ed abbondanza delle specie oggetto di studio. Partendo da una raccolta di dati
quali-quantitativi concernenti la presenza delle specie in aree campione, si prosegue
con l?aggregazione di questi in classi e la individuazione della correlazione esistente
con le variabili di tipo ambientale. Le funzioni che descrivono questa correlazione
con un grado conosciuto di precisione possono essere utilizzate per classificare
ogni porzione di un determinato territorio in base alla sua maggiore o minore idoneità
alla presenza di una specie.
La scelta della tipologia delle variabili ambientali utilizzate è di fondamentale
importanza ed è fortemente legata alla disponibilità di archivi cartografici che
coprono in modo omogeneo l?area di studio.
Le principali variabili ambientali utilizzate per le analisi sono generalmente riferite
alle componenti vegetazionali, geomorfologiche e antropiche del territorio.
Si considera poi un'altra serie di variabili caratterizzanti la composizione e la configurazione
spaziale del mosaico di elementi distinguibili (patch), costituenti il paesaggio,
dall?analisi dei quali è possibile dare una valutazione del grado di continuità
dell?ambiente idoneo.
Nell?ambito dello studio condotto sul processo di ricolonizzazione della regione
Umbria da parte del capriolo sono stati individuati due gruppi di variabili: uno
caratterizzato dalle componenti geomorfologiche e vegetazionali, l?altro dalla composizione
e configurazione spaziale dei patch e dagli indici derivanti dai loro rapporti.
Le analisi condotte hanno permesso, oltre alla valutazione del livello di idoneità
ambientale, la individuazione delle possibili direttrici di spostamento e le potenzialità
di ricolonizzazione spontanea proprie delle aree classificate come vocate.
Le evidenti ricadute gestionali di un simile modello predittivo sono di fondamentale
importanza; il costante monitoraggio dell?espansione dell?areale occupato dal
capriolo nella regione Umbria fornirà i dati sulla base dei quali verificare il grado
di validità del modello stesso.